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Secondo la numerologia classica, il numero Tre rappresenta perfezione, equilibrio e armonia. Le sagome bersaglio nella gara di tiro con l'arco sono divise in parti di valore diverso: 15 punti la testa, 9 il corpo, 6 la bandiera e 3 il posteriore. La somma delle 9 frecce determina il terziere vincitore.

La rievocazione storica a Città della Pieve è ambientata nel periodo di Pietro Vannucci, detto il Perugino, importante pittore umanista del XV secolo. Nei giorni precedenti la gara finale, la città rivive le atmosfere del Rinascimento con eventi, mercati rinascimentali e rappresentazioni. I terzieri aprono taverne con piatti tradizionali, creando un'atmosfera conviviale.

Il 15 agosto si tiene il “Lancio della Sfida”, in cui i terzieri sconfitti l'anno precedente rinnovano la sfida al vincitore, che riconsegna il "Drappo" al podestà. Il giorno della gara, un corteo di circa 1000 figuranti accompagna gli arcieri al “Campo de li Giochi”, con tamburi, bandiere, nobili e popolani. Gli spettatori partecipano all’“Infarinata”, una battaglia amichevole con sacchetti di farina, rievocando le antiche "sassaiole" tra parrocchie per l'addestramento dei cittadini alla difesa della città.

I Terzieri

Secondo la numerologia classica, il numero Tre rappresenta perfezione, equilibrio e armonia.

Le sagome bersaglio nella gara di tiro con l'arco sono divise in parti di valore diverso: 15 punti la testa, 9 il corpo, 6 la bandiera e 3 il posteriore. La somma delle 9 frecce determina il terziere vincitore.

La rievocazione storica a Città della Pieve è ambientata nel periodo di Pietro Vannucci, detto il Perugino, importante pittore umanista del XV secolo. Nei giorni precedenti la gara finale, la città rivive le atmosfere del Rinascimento con eventi, mercati rinascimentali e rappresentazioni. I terzieri aprono taverne con piatti tradizionali, creando un'atmosfera conviviale.

Il 15 agosto si tiene il “Lancio della Sfida”, in cui i terzieri sconfitti l'anno precedente rinnovano la sfida al vincitore, che riconsegna il "Drappo" al podestà. Il giorno della gara, un corteo di circa 1000 figuranti accompagna gli arcieri al “Campo de li Giochi”, con tamburi, bandiere, nobili e popolani. Gli spettatori partecipano all’“Infarinata”, una battaglia amichevole con sacchetti di farina, rievocando le antiche "sassaiole" tra parrocchie per l'addestramento dei cittadini alla difesa della città.

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I terzieri sono suddivisioni della città in Borgo Dentro, Casalino e Castello, attestate dal periodo dei Comuni (1200-1250). Documenti del 1460 regolavano l'elezione dei rappresentanti e dei Priori, come nella cerimonia del Bossolo.
Nel 1600, i terzieri corrispondevano alle parrocchie e confraternite: San Pietro per il Castello, Santa Maria dei Bianchi per il Casalino, SS. Nome di Gesù per il Borgo.
 

Negli anni '60, Don Oscar Carbonari istituì la "Giornata del Pievese Lontano" e la Festa di San Rocco nel Castello, la prima rievocazione in costume storico. Nel 1973 si tenne la prima edizione del Palio dei Terzieri con Castello e Casalino, e nel 1977 si aggiunse il Borgo Dentro.

 

 

 

 


La competizione inizialmente prevedeva il tiro con l'arco su bersagli fissi, poi evoluta in una giostra con sagome di tori di razza Chianina, ricordando le antiche "Bufalate". La giostra si svolge a 33 metri dagli arcieri, con tre manche di velocità crescente e tre frecce per arciere.

La Nostra Storia

I terzieri sono suddivisioni della città in Borgo Dentro, Casalino e Castello, attestate dal periodo dei Comuni (1200-1250).

Documenti del 1460 regolavano l'elezione dei rappresentanti e dei Priori, come nella cerimonia del Bossolo.
Nel 1600, i terzieri corrispondevano alle parrocchie e confraternite: San Pietro per il Castello, Santa Maria dei Bianchi per il Casalino, SS. Nome di Gesù per il Borgo

Negli anni '60, Don Oscar Carbonari istituì la "Giornata del Pievese Lontano" e la Festa di San Rocco nel Castello, la prima rievocazione in costume storico. Nel 1973 si tenne la prima edizione del Palio dei Terzieri con Castello e Casalino, e nel 1977 si aggiunse il Borgo Dentro.

La competizione inizialmente prevedeva il tiro con l'arco su bersagli fissi, poi evoluta in una giostra con sagome di tori di razza Chianina, ricordando le antiche "Bufalate". La giostra si svolge a 33 metri dagli arcieri, con tre manche di velocità crescente e tre frecce per arciere.

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