Terziere Castello

stemma-terzierecastelloLa storia del Terziere Castello, come quella dei Terzieri rivali, è indissolubilmente legata, specie nella fase iniziale, con quella della Parrocchia di riferimento, intitolata ai Santi Pietro e Paolo.
È negli anni che seguono la fine della Seconda Guerra Mondiale che ritroviamo le radici di quella rivalità che sarebbe poi stata incanalata in quello che è oggi il Palio dei Terzieri. Una rivalità che allora si consumava nei fuochi dell’Ascensione con la “benedizione del fuoco”, un rito che vedeva le tre parrocchie (le altre due erano e sono quella di Santa Maria dei Bianchi e quella intitolata al Santissimo nome di Gesù) contrapposte nella realizzazione di enormi falò, affinché il proprio fosse più grande e più duraturo degli altri.
Il falò dei sampietrini ardeva riparato dal vento dalle vecchie mura castellane, e spesso si vedevano le fiamme fin sopra le mura ardere fino alle prime luci dell’alba, con gente che improvvisava gare di abilità nel saltare il fuoco e gli altri che più semplicemente si limitavano ad usarlo per cuocervi cibo che accompagnasse la veglia e le chiacchiere notturne.

Ma le radici dell’odierno Terziere Castello e del Palio le ritroviamo più probabilmente nella Festa di San Rocco, patrono del Terziere. Era all’inizio una festa animata da rivalità interna, in cui le diverse zone della parrocchia si fronteggiavano nella realizzazione di addobbi destinati ad accogliere la processione del Santo.

Intanto, però, era arrivato alla guida della Parrocchia di San Pietro Don Oscar Carbonari, colui che può senza alcun dubbio considerarsi il vero fondatore del Terziere Castello e il creatore del Palio dei Terzieri.

Nel 1960, nella cerimonia della “Consegna delle Chiavi” al Pievese lontano, organizzata su iniziativa del parroco, sfilò il primo costume storico, realizzato dalle sarte del Terziere Speranza Mollichella e Anna Croccolino e indossato da Giorgio Croccolino, incaricato della simbolica consegna delle chiavi della Città al concittadino lontano che tornava per le vacanze estive. Negli anni successivi altri costumi si aggiunsero al primo, e quattro tamburi, e sei chiarine, e venti bandiere cucite dalle sapienti e tuttora preziose mani di Milena Fiordi.
Nel 1963 Gino Porzioli annunciava dalle pagine di Pieve Nostra il ripristino della tradizionale Festa di San Rocco. Gli sforzi di Don Oscar e dei sui più stretti collaboratori, tra cui l’immancabile Giorgio Mangiabene, per tutti Tintella, cominciavano a dare frutti importanti.

E finalmente, dopo anni in cui i Fuochi dell’Ascensione e la Festa di San Rocco erano stati frutto dell’iniziativa di singoli contradaioli e di aggregazioni spontanee, nel 1964 si arrivò alla costituzione del Comitato Rionale “Castello”, quello che è oggi il nostro Terziere.